Alcuni estratti della recensione di Aurelio Musi, su La Repubblica del 16 settembre 2024, del nuovo romanzo di Antonella Cilento, La babilonese (Bompiani):
... Lo stile dell'autrice è nervoso, procede per schegge e frammenti, con frasi brevi, prevalentemente costruite con l'uso del verbo al tempo presente. Mescola lingue e dialetti, il ritmo del giallo con suggestioni d'oriente, il realismo crudo con rappresentazioni oniriche, luoghi e tempi differenti e lontani, dalla favolosa Ninive alla Napoli barocca e ottocentesca, alla Londra vittoriana, al contemporaneo duemila.
(...)
Antonella Cilento dimostra di conoscerla bene la storia come insieme di fatti e rappresentazioni. Questo non è un romanzo storico.
Ma la sua autrice conosce e mostra di saper usare le fonti, i documenti, per ricostruire ambienti, atmosfere e personaggi. Riesce bene a intrecciare la storia con la memoria: ossia con i fantasmi e i prodotti della coscienza, dell'inconscio, dell'attività onirica.
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